BADOLATO

Andrea
BADOLATO

Visite turistiche

La chiesa dell’Immacolata fu eretta nel 1686 e restaurata nel 1859, come testimonia la scritta nella nicchia sul portale, opera di maestri scalpellini di Serra San Bruno. Sul sito sorgeva forse un cenobio basiliano, uno dei tre di cui scrive Padre Giovanni Fiore da Cropani nella sua Della Calabria Illustrata. Alla chiesa era collegato probabilmente anche il convento dei Francescani Conventuali, la cui presenza in Badolato è riportata nella Cronica del Convento di Santa Maria degli Angeli dei Frati Minori. L’interno è a navata unica e le decorazioni del soffitto sono di artisti serresi del secolo XIX. L’altare maggiore, in marmo bianco e decorazioni policrome, è anch’esso opera di artisti-decoratori di Serra (1909); il portello dorato del ciborio è di bottega napoletana di primo Novecento. Il quadro sull’altare maggiore è di scuola napoletana: rappresenta la Vergine Immacolata in Gloria, in alto Dio Padre e intorno i simboli delle laudi (1726). Lateralmente altari marmorei, tra cui quello della Madonna del Soccorso (1909), emblema di protezione durante il colera del 1836-37. Sulle pareti i dipinti di Sant’Antonio di Padova (1876), Sant’Andrea Avellino patrono di Badolato (1875) e la Crocifissione (1885) di Antonio Ceravolo. Il ciborio ligneo dell’altare della Crocifissione e il pulpito sono di artigiani calabresi del secolo XIX. Sulla parete destra è la complessa Croce angelica di Tommaso l’Aquinate, da leggersi partendo dal centro e seguendo varie direzioni. La rara cupola ottagonale è un mirabile esempio dell’arte secentesca badolatese e contribuisce in modo unico a costruire l’incantevole paesaggio che si gode da numerosi luoghi del territorio circostante. L’ancor più rara lanterna che la sovrasta è un rassicurante punto di riferimento quando cade sotto lo sguardo della gente che lavora, dalla collina al mare, e aggiunge spettacolarità alla struttura edilizia. Oggi è oggetto di particolare interesse in quanto presenta segni di degrado e rischio di cedimento, colpevole se si verificasse prima di un serio e scrupoloso intervento. L’omonima Confraternita dell’Immacolata Concezione, attiva fin dalla prima metà del secolo XVIII, organizza ogni anno tre eventi religiosi: quello spettacolare del Sabato Santo, con parte centinaia di “figuranti”; le processioni di Maria Santissima Assunta il 15 agosto e dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre. In passato la Confraternita organizzava anche la “Cumprùnta” (Incontro tra Gesù Risorto e la Madonna), oggi realizzata dalla Confraternita del Rosario. Altra occasione rituale è stata per secoli la Novena di Natale, al mattino, al buio. A illuminare il tragitto che separava - e ancora divide - la chiesa dalle ultime case dell’ abitato, in assenza di palificazione elettrica, si servivano di rudimentali fiaccole costituite da varavàschji (tasso barbasso) immersi nell’olio d’oliva: nel buio della notte si creava un’atmosfera di sogno con tracce incancellabili nella memoria. Sul posto era possibile vedere a fine estate alcuni manganijatùri maciullare, con battiti ritmati sul mànganu (gràmola), gli esili steli del lino per farne stoppa da filare, e poi da tessere con il telaio a mano. Nell’immediato secondo dopoguerra il piazzale antistante la chiesa si trasformava spesso in abituale luogo d’incontro per giocare a coràzza, per ballare, per organizzare la farza a Carnevale. Agli appassionati ricercatori di storia della nostra terra questo sito, sul crinale di una degradante collina tra due fiumare, rievoca squadracce di Turchi sbarcati alla marina alla ricerca di facile bottino, l’abbassamento di un ipotizzabile ponte levatoio col taglio delle corde e l’olio bollente rovesciato sulle teste dei barbari dai Badolatesi coraggiosi difensori della loro libertà. Ancora oggi, ad ammirare questo lembo di terra con al centro la Real chiesa dell’Immacolata, da Zangarsa o dal bastione o dall’alto con un parapendio, si rimane come estasiati.
Chiesa dell'Immacolata (1686)
300 Corso Umberto I
La chiesa dell’Immacolata fu eretta nel 1686 e restaurata nel 1859, come testimonia la scritta nella nicchia sul portale, opera di maestri scalpellini di Serra San Bruno. Sul sito sorgeva forse un cenobio basiliano, uno dei tre di cui scrive Padre Giovanni Fiore da Cropani nella sua Della Calabria Illustrata. Alla chiesa era collegato probabilmente anche il convento dei Francescani Conventuali, la cui presenza in Badolato è riportata nella Cronica del Convento di Santa Maria degli Angeli dei Frati Minori. L’interno è a navata unica e le decorazioni del soffitto sono di artisti serresi del secolo XIX. L’altare maggiore, in marmo bianco e decorazioni policrome, è anch’esso opera di artisti-decoratori di Serra (1909); il portello dorato del ciborio è di bottega napoletana di primo Novecento. Il quadro sull’altare maggiore è di scuola napoletana: rappresenta la Vergine Immacolata in Gloria, in alto Dio Padre e intorno i simboli delle laudi (1726). Lateralmente altari marmorei, tra cui quello della Madonna del Soccorso (1909), emblema di protezione durante il colera del 1836-37. Sulle pareti i dipinti di Sant’Antonio di Padova (1876), Sant’Andrea Avellino patrono di Badolato (1875) e la Crocifissione (1885) di Antonio Ceravolo. Il ciborio ligneo dell’altare della Crocifissione e il pulpito sono di artigiani calabresi del secolo XIX. Sulla parete destra è la complessa Croce angelica di Tommaso l’Aquinate, da leggersi partendo dal centro e seguendo varie direzioni. La rara cupola ottagonale è un mirabile esempio dell’arte secentesca badolatese e contribuisce in modo unico a costruire l’incantevole paesaggio che si gode da numerosi luoghi del territorio circostante. L’ancor più rara lanterna che la sovrasta è un rassicurante punto di riferimento quando cade sotto lo sguardo della gente che lavora, dalla collina al mare, e aggiunge spettacolarità alla struttura edilizia. Oggi è oggetto di particolare interesse in quanto presenta segni di degrado e rischio di cedimento, colpevole se si verificasse prima di un serio e scrupoloso intervento. L’omonima Confraternita dell’Immacolata Concezione, attiva fin dalla prima metà del secolo XVIII, organizza ogni anno tre eventi religiosi: quello spettacolare del Sabato Santo, con parte centinaia di “figuranti”; le processioni di Maria Santissima Assunta il 15 agosto e dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre. In passato la Confraternita organizzava anche la “Cumprùnta” (Incontro tra Gesù Risorto e la Madonna), oggi realizzata dalla Confraternita del Rosario. Altra occasione rituale è stata per secoli la Novena di Natale, al mattino, al buio. A illuminare il tragitto che separava - e ancora divide - la chiesa dalle ultime case dell’ abitato, in assenza di palificazione elettrica, si servivano di rudimentali fiaccole costituite da varavàschji (tasso barbasso) immersi nell’olio d’oliva: nel buio della notte si creava un’atmosfera di sogno con tracce incancellabili nella memoria. Sul posto era possibile vedere a fine estate alcuni manganijatùri maciullare, con battiti ritmati sul mànganu (gràmola), gli esili steli del lino per farne stoppa da filare, e poi da tessere con il telaio a mano. Nell’immediato secondo dopoguerra il piazzale antistante la chiesa si trasformava spesso in abituale luogo d’incontro per giocare a coràzza, per ballare, per organizzare la farza a Carnevale. Agli appassionati ricercatori di storia della nostra terra questo sito, sul crinale di una degradante collina tra due fiumare, rievoca squadracce di Turchi sbarcati alla marina alla ricerca di facile bottino, l’abbassamento di un ipotizzabile ponte levatoio col taglio delle corde e l’olio bollente rovesciato sulle teste dei barbari dai Badolatesi coraggiosi difensori della loro libertà. Ancora oggi, ad ammirare questo lembo di terra con al centro la Real chiesa dell’Immacolata, da Zangarsa o dal bastione o dall’alto con un parapendio, si rimane come estasiati.
Il Convento Francescano di Santa Maria degli Angeli si erge su una piccola collina (Petta Degli Angeli) di fronte al comune di Badolato e la sua nascita affonda le radici nel 1603, quando Papa Clemente VIII concesse la licenza. Dopo numerose peripezie, venne riaperto nel 1736 dai Francescani, che fecero erigere un campanile a torre. Al suo interno racchiude dei tesori preziosissimi, come un crocefisso ligneo settecentesco, un pergamo pensile della medesima età e un coro ligneo. Qui, tra i meravigliosi portici ottocenteschi, un panorama mozzafiato e cappelle affrescate, dal 1987 vive una comunità di Mondo X, un’associazione fondata negli anni ‘60 da Padre Eligio Gelmini. I ragazzi accolti hanno alle spalle un passato difficile e necessitano di trovare un nuovo equilibrio e un posto nel mondo. Si occupano principalmente della gestione del giardino e dell’orto, ottenendo ottimi risultati: un intenso profumo di limoni e bergamotto invade fortemente gli spazi esterni. Le altre mansioni praticate riguardano l’allevamento del bestiame, come mucche e maiali, ma anche l’artigianato e la falegnameria. Affinché la terapia di recupero vada a buon fine, è necessario che loro vivano in isolamento, ma hanno la possibilità di avere un contatto saltuario con la famiglia e di accogliere i visitatori per mostrare loro i frutti del loro duro lavoro quotidiano. Un ottimo modo per facilitare il processo di reintegrazione dei ragazzi e scoprire tesori nascosti di Calabria
Convento degli Angeli
Il Convento Francescano di Santa Maria degli Angeli si erge su una piccola collina (Petta Degli Angeli) di fronte al comune di Badolato e la sua nascita affonda le radici nel 1603, quando Papa Clemente VIII concesse la licenza. Dopo numerose peripezie, venne riaperto nel 1736 dai Francescani, che fecero erigere un campanile a torre. Al suo interno racchiude dei tesori preziosissimi, come un crocefisso ligneo settecentesco, un pergamo pensile della medesima età e un coro ligneo. Qui, tra i meravigliosi portici ottocenteschi, un panorama mozzafiato e cappelle affrescate, dal 1987 vive una comunità di Mondo X, un’associazione fondata negli anni ‘60 da Padre Eligio Gelmini. I ragazzi accolti hanno alle spalle un passato difficile e necessitano di trovare un nuovo equilibrio e un posto nel mondo. Si occupano principalmente della gestione del giardino e dell’orto, ottenendo ottimi risultati: un intenso profumo di limoni e bergamotto invade fortemente gli spazi esterni. Le altre mansioni praticate riguardano l’allevamento del bestiame, come mucche e maiali, ma anche l’artigianato e la falegnameria. Affinché la terapia di recupero vada a buon fine, è necessario che loro vivano in isolamento, ma hanno la possibilità di avere un contatto saltuario con la famiglia e di accogliere i visitatori per mostrare loro i frutti del loro duro lavoro quotidiano. Un ottimo modo per facilitare il processo di reintegrazione dei ragazzi e scoprire tesori nascosti di Calabria
L’ A.S.D “Mondo Parallelo’’ è situata a Badolato Marina, un paesino in provincia di Catanzaro, sulla costa ionica della splendida Calabria. Nasce nel 2017 da un’idea del Presidente Marco, che ha sempre voluto creare un “mondo parallelo”, in cui rilassarsi, riunirsi e divertirsi in compagnia. La struttura si trova sul lungomare di Badolato, a pochi metri dalla spiaggia e dal meraviglioso Mar Ionio. La grande costruzione bianca di 240 mq è formata da un’aula didattica per i corsi di Biologia Marina e le lezioni teoriche di subacquea e apnea, una stanza adibita a centro immersioni con tantissima attrezzatura da poter noleggiare e usare durante i corsi, una grande sala conferenze che ospita convegni e presentazioni. https://asdmondoparallelo.it/
A.S.D. Mondo Parallelo
L’ A.S.D “Mondo Parallelo’’ è situata a Badolato Marina, un paesino in provincia di Catanzaro, sulla costa ionica della splendida Calabria. Nasce nel 2017 da un’idea del Presidente Marco, che ha sempre voluto creare un “mondo parallelo”, in cui rilassarsi, riunirsi e divertirsi in compagnia. La struttura si trova sul lungomare di Badolato, a pochi metri dalla spiaggia e dal meraviglioso Mar Ionio. La grande costruzione bianca di 240 mq è formata da un’aula didattica per i corsi di Biologia Marina e le lezioni teoriche di subacquea e apnea, una stanza adibita a centro immersioni con tantissima attrezzatura da poter noleggiare e usare durante i corsi, una grande sala conferenze che ospita convegni e presentazioni. https://asdmondoparallelo.it/
Castello Gallelli della tenuta di Pietranera, è una fortezza edificata dai baroni Gallelli di Badolato nel XIX secolo, su un colle panoramico al centro dell’ antica azienda agricola di famiglia. Rimasto da sempre nel loro patrimonio, e abitato tutt'oggi dai discendenti, castello Gallelli è in ordine cronologico la fortificazione più recente del casato, dopo il castello normanno di Badolato, forte Giambartolo, forte Zangares, e forte del Mandrile, tutti eretti all’interno della baronia di Badolato quali esempi di incastellamento del territorio, al fine di controllare e difendere i loro possedimenti terrieri. Assieme al cinquecentesco palazzo Gallelli in Badolato borgo (via Gallelli n. 13) e agli ottocenteschi palazzi Benso-Gallelli, de Salazar-Gallelli, e Alemanni-Gallelli, costituiscono complessivamente gli edifici storici della famiglia. Dal 2007 castello Gallelli è divenuto anche una prestigiosa location per gli eventi più esclusivi e raffinati, la sola location regionale pubblicata infatti sul famoso Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, e sull’Annuario della Nobiltà Italiana.
Castello Gallelli
2 CONTRADA PIETRANERA
Castello Gallelli della tenuta di Pietranera, è una fortezza edificata dai baroni Gallelli di Badolato nel XIX secolo, su un colle panoramico al centro dell’ antica azienda agricola di famiglia. Rimasto da sempre nel loro patrimonio, e abitato tutt'oggi dai discendenti, castello Gallelli è in ordine cronologico la fortificazione più recente del casato, dopo il castello normanno di Badolato, forte Giambartolo, forte Zangares, e forte del Mandrile, tutti eretti all’interno della baronia di Badolato quali esempi di incastellamento del territorio, al fine di controllare e difendere i loro possedimenti terrieri. Assieme al cinquecentesco palazzo Gallelli in Badolato borgo (via Gallelli n. 13) e agli ottocenteschi palazzi Benso-Gallelli, de Salazar-Gallelli, e Alemanni-Gallelli, costituiscono complessivamente gli edifici storici della famiglia. Dal 2007 castello Gallelli è divenuto anche una prestigiosa location per gli eventi più esclusivi e raffinati, la sola location regionale pubblicata infatti sul famoso Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, e sull’Annuario della Nobiltà Italiana.
La chiesa è certamente di origine basiliana. Il primo documento che la riguarda è del 1310, ma è stata restaurata nel 1446 come si legge sulla porta d'ingresso. Il soffitto in legno è composta da 558 cassettoni realizzati nel 1839 da artisti serresi. Sull'altare il dipinto a tempera su tavola raffigurante lo sposalizio mistico di S,Caterina d'Alessandria con Gesù Bambino è del 1490 circa. La tavola, restaurata alcuni anni or sono, presenta sulla destra la figura di San Francesco di Paola. Si ipotizza che si tratti di un'aggiunta del 1532. Alla base della tavola c'era una predella raffigurante gli Apostoli rubata da ignoti circa 20 anni fa insieme a due dipinti. Sulla parete sinistra sono visibili tracce di colore di un affresco raffigurante la Santa alessandrina Vergine e Martire. Restaurato nel 2006 dal maestro Giuseppe Mantella è databile 1450 circa.
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria
La chiesa è certamente di origine basiliana. Il primo documento che la riguarda è del 1310, ma è stata restaurata nel 1446 come si legge sulla porta d'ingresso. Il soffitto in legno è composta da 558 cassettoni realizzati nel 1839 da artisti serresi. Sull'altare il dipinto a tempera su tavola raffigurante lo sposalizio mistico di S,Caterina d'Alessandria con Gesù Bambino è del 1490 circa. La tavola, restaurata alcuni anni or sono, presenta sulla destra la figura di San Francesco di Paola. Si ipotizza che si tratti di un'aggiunta del 1532. Alla base della tavola c'era una predella raffigurante gli Apostoli rubata da ignoti circa 20 anni fa insieme a due dipinti. Sulla parete sinistra sono visibili tracce di colore di un affresco raffigurante la Santa alessandrina Vergine e Martire. Restaurato nel 2006 dal maestro Giuseppe Mantella è databile 1450 circa.

Offerta gastronomica

Sulla costa jonica calabrese, immerso in un inedito tesoro paesaggistico, c’è un piccolo centro medievale, dove l’incessante scorrere del tempo sembra aver dato spazio alla pace e al ristoro, dove l’ospitalità e la condivisione addolciscono le giornate che iniziano con un sorriso. C’è un piccolo centro dove si respirano ancora i profumi di una natura incontaminata, dove il sole scalda tiepido fino a novembre inoltrato e le millenarie tradizioni raccontano le storie dei popoli che si sono susseguiti.
16 (рекомендации местных жителей)
Badolato
16 (рекомендации местных жителей)
Sulla costa jonica calabrese, immerso in un inedito tesoro paesaggistico, c’è un piccolo centro medievale, dove l’incessante scorrere del tempo sembra aver dato spazio alla pace e al ristoro, dove l’ospitalità e la condivisione addolciscono le giornate che iniziano con un sorriso. C’è un piccolo centro dove si respirano ancora i profumi di una natura incontaminata, dove il sole scalda tiepido fino a novembre inoltrato e le millenarie tradizioni raccontano le storie dei popoli che si sono susseguiti.

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